L’acrilammide è una sostanza che si forma spontaneamente durante la cottura di alimenti ricchi di carboidrati, cucinati ad una temperatura che va oltre i 120 gradi. Coinvolge alimenti cotti al forno, alla griglia o fritti.
L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) in una sua indagine risalente al 2015 ha dichiarato l’acrilammide pericolosa perché cancerogena e genotossica. Si ritiene che abbia un’influenza determinante nella formazione di tumori, soprattutto se non viene monitorata nei processi produttivi.
La legge è dunque intervenuta per regolare la situazione e diminuire i rischi per l’uomo, emanando il Regolamento (UE) 2017/2158, che sarà effettivo dal prossimo 11 aprile 2018.
D’ora in poi chi produce cibi in grado di sviluppare il composto - come panifici, aziende, pizzerie e pasticcerie - dovrà attenersi a una serie di accorgimenti, detti "misure di attenuazione" per ridurre il rischio cui sono esposti i consumatori.
Ecco gli alimenti che sono coinvolti:
- patate fritte: a bastoncino, chips, ottenuti dalle patate fresche;
- snack, cracker e altri prodotti a base di patate;
- pane;
- cereali;
- prodotti da forno come biscotti, gallette, fette biscottate, barrette ai cereali, cialde, panpepato, pane croccante;
- succedanei del caffè;
- alimenti per l’infanzia e per bambini