Energie rinnovabili, in Gazzetta la direttiva Red III

Energie rinnovabili, in Gazzetta la direttiva Red III

di: Vincenzo Morena
Nuove norme Ue in materia di energie rinnovabili. Sulla Gazzetta dello scorso 31 ottobre è stata, infatti, pubblicata la direttiva (UE) 2023/2413 (Red III, Renewable Energy Directive III) sulla promozione delle energie rinnovabili per portare la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico complessivo dell'UE al 42,5% entro il 2030.
Il provvedimento - da recepire entro il 21 maggio 2025 - modifica la precedente direttiva Red II (2018/2001) in linea con il piano REPowerEU, che mira a rendere quanto prima l'Unione indipendente dai combustibili fossili extra Ue.

Tra le novità introdotte, la direttiva stabilisce che:
-  l'industria dovrà aumentare annualmente dell'1,6% l'uso delle energie rinnovabili (il 42% dell'idrogeno utilizzato nell'industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 60% entro il 2035);
- con riferimento al settore dei trasporti, l'Ue si impegna a ridurre le emissioni di gas serra del 14,5% entro il 2030 (grazie all'uso di biocarburanti avanzati e a una quota più ambiziosa di carburanti rinnovabili non biologici, come l'idrogeno);
- ci sia un obiettivo indicativo di almeno il 49% di energia rinnovabile per gli edifici nel 2030 (gli obiettivi in materia di energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento aumenteranno gradualmente, con un incremento vincolante dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell'1,1% dal 2026 al 2030).
La direttiva rafforza, poi, i criteri di sostenibilità relativi all'uso della biomassa per l'energia al fine di ridurre il rischio di una produzione non sostenibile di bioenergia, ed accelera le procedure di autorizzazione per i progetti in materia di energie rinnovabili (in particolare, gli Stati membri dovranno designare "zone di accelerazione" in cui i progetti in materia di energie rinnovabili saranno oggetto di procedure di autorizzazione semplificate e rapide. La diffusione delle energie rinnovabili sarà, inoltre, considerata di "interesse pubblico prevalente", il che limiterà i motivi di obiezione giuridica ai nuovi impianti).